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Fibre alimentari associate ad un minor rischio di depressione in premenopausa

Fibre alimentari associate ad un minor rischio di depressione in premenopausa

Il ruolo dell'interazione intestino-cervello è stato recentemente indagato in uno studio pubblicato sulla rivista Menopause.

La depressione è tra i disturbi neuropsichiatrici più comuni e la sua prevalenza è doppia nelle donne rispetto agli uomini.

Questo studio mira a indagare la relazione tra l'assunzione di fibre alimentari e la depressione nelle donne a seconda del loro stato della menopausa (pre o post) utilizzando i dati di un sondaggio nazionale condotto in Corea (Korea National Health and Nutritional Examination Survey per il 2014, 2016 e 2018)

L'apporto di fibre è stato calcolato secondo un metodo di richiamo delle 24 ore e la depressione mediante l'uso di un questionario.

La ricerca ha riguardato 5.807 donne. I risultati hanno evidenziato che tra le donne in premenopausa, l'assunzione di fibre alimentari era maggiore nel gruppo senza depressione rispetto al gruppo con depressione, mentre non vi era alcuna differenza significativa nelle donne in post-menopausa.

Di conseguenza, l'assunzione di fibre alimentari è stata inversamente associata alla depressione nelle donne in premenopausa ma non in postmenopausa.

È possibile che a giocare un ruolo nel mancato beneficio delle fibre in quest'ultime sia la riduzione di estrogeni, che influenza l'equilibrio dei microrganismi dell'intestino nelle donne in post e in premenopausa.

«Questo studio evidenzia un importante legame tra l'apporto di fibre alimentari e la depressione, ma la direzione dell'associazione non è chiara: le donne con migliore salute mentale possono aver seguito una dieta più sana e aver consumato più fibre, oppure una più alta assunzione di fibre alimentari può aver contribuito a migliorare la salute cerebrale modulando il microbioma intestinale o qualche combinazione» ha affermato Stephanie Faubion, direttore sanitario della North American Menopause Society. «Ciononostante, non è mai stato più vero che "sei quello che mangi", dato che quello che mangiamo ha un effetto profondo sul microbioma intestinale, il quale sembra giocare un ruolo nella salute e nella malattia» ha concluso.

Fonti:

  • Menopause 2020. https://doi.org/10.1097/GME.0000000000001711
  • Doctor33.it
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