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Mezza età e vegetariani: cuore ok, ma rischio ictus maggiore

Mezza età e vegetariani: cuore ok, ma rischio ictus maggiore

Secondo un importante studio dell’Università di Oxford, pubblicato sul prestigioso British Medical Journal, una dieta vegetariana o vegana ha il vantaggio di ridurre il rischio di cardiopatie, ma ha lo svantaggio di aumentare il rischio di ictus ischemico, rispetto invece a chi mangia carne.

La ricerca ha avuto una durata di 18 anni ed ha esaminato più di 48.000 persone di mezza età senza alcun disturbo cardiaco o ictus nell’anamnesi.

Durante i 18 anni, 2.820 persone hanno sviluppato una coronaropatia, 519 hanno avuto ictus ischemici e 300 persone ictus emorragici.

I vegetariani, inclusi i vegani, avevano il 22% in meno di probabilità di sviluppare coronaropatia rispetto ai carnivori, ma avevano il 20% in più di probabilità di avere un ictus, in molti casi emorragico, rispetto ai carnivori.

Il commento del leader dello studio, Tammy Tong, epidemiologa nutrizionale presso l’Università di Oxford, come riporta Quotidiano Sanità, è stato il seguente: “Sia chi mangiava pesce che i vegetariani avevano in media un indice di massa corporea (BMI) più basso e tassi inferiori di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete rispetto a chi mangiava carne, il che potrebbe spiegare il rischio inferiore di cardiopatie sia in chi mangia pesce, sia nei vegetariani”.

Tuttavia, sempre secondo Tong, le ragioni del rischio più elevato di ictus nei vegetariani sono meno chiare. Forse i troppo bassi livelli di colesterolo possono essere associati ad un maggior rischio di ictus emorragico, riscontrato maggiormente in queste persone.

Il maggior rischio di ictus nelle persone vegetariane e vegani era pari al 43% in più delle probabilità di un ictus emorragico; non vi era alcuna differenza significativa nei tassi di ictus ischemico tra questo gruppo e chi mangiava carne.

La ricerca è stata intrapresa a fronte di un numero sempre più in crescita di vegetariani e vegani nel Regno Unito. Una scelta che si intraprende per diversi motivi: sostenibilità ambientale, empatia con il mondo animale, motivi religiosi o di salute. Ed è su quest’ultimo punto che lo studio si è concentrato, proprio perché non esistono ancora molte evidenze scientifiche riguardo alle conseguenze dell’alimentazione vegetariana sulla salute.

Fonte: Quotidianosanita.it

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