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Che cosa dicono le linee guida AOGOI sull’alimentazione in menopausa?

Che cosa dicono le linee guida AOGOI sull’alimentazione in menopausa?

L’AOGOI, Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani, è sempre stata in prima linea nell’occuparsi delle tematiche relative all’età della menopausa. In particolare, parliamo del Progetto Menopausa Italia, che ormai da anni contribuisce, con il lavoro e gli studi scientifici, a definire il trattamento preventivo e terapeutico delle problematiche relative al periodo della menopausa.

Nell’opuscolo “Raccomandazioni clinico-pratiche in peri-postmenopausa e terza età”, oltre all’inquadramento clinico diagnostico della menopausa, le linee-guida dell’AOGOI si soffermano anche sulle raccomandazioni per un corretto stile di vita, definito come un insieme di comportamenti connessi tra loro, fortemente influenzati dalle condizioni economiche e sociali.

Lo stile di vita è stato indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un requisito necessario per il mantenimento di un buon stato di salute.

Secondo l’AOGOI, il compito del ginecologo è quello di suggerire alle proprie pazienti di adottare uno stile di vita sano che include:

  • una dieta equilibrata,
  • attività fisica regolare,
  • la riduzione dell’assunzione di alcol e caffeina
  • la cessazione del fumo di sigaretta,

tutti fattori in grado di migliorare il benessere individuale e ridurre il rischio di malattia.

Per quanto riguarda la dieta, le raccomandazioni riferiscono che una corretta alimentazione fornisce i livelli ideali di tutti gli elementi nutritivi noti e mantiene al minimo i componenti alimentari nocivi per la salute quali le proteine animali, lo zucchero, i grassi saturi, il colesterolo, il sale e gli additivi alimentari.

Secondo le linee-guida AOGOI, una dieta basata su vegetali e frutta fresca riduce molti sintomi da carenza estrogenica.

L’apporto di acidi grassi a lunga catena si correla ad un aumento del rischio cardiovascolare mentre una dieta ricca di acidi grassi polinsaturi è in grado di ridurre tale rischio.

Gli acidi grassi polinsaturi della serie Omega-3 possono intervenire anche nella regolazione del turnover osseo. L’evidenza clinica consiglia pertanto l’introito di almeno 35 g/die di pesce o una supplementazione di 3-4 g/die di olio di pesce standardizzato per ottenere un miglioramento della densità minerale.

L’American Heart Association raccomanda un apporto dietetico di grassi non superiore al 30% (10% grassi saturi, 10% polinsaturi, 10% monoinsaturi e colesterolo totale <30 mg/die), di proteine derivanti dall’assunzione di pesce, di legumi e cereali.

È consigliabile aumentare il consumo di fibre e di elementi antiossidanti in quanto possono diminuire l’assorbimento di lipidi e del colesterolo esogeno.

È utile poi ridurre al minimo l’assunzione di zuccheri semplici, aumentando le fibre e i carboidrati complessi e frazionando l’apporto calorico nel corso della giornata, poiché nel periodo perimenopausale spesso si riscontra una ridotta tolleranza glicidica.

Una alimentazione povera di calcio è un fattore di rischio per l’osteoporosi: l’integrazione con latte e derivati e l’utilizzo di acque minerali ricche di calcio e povere di sodio, è necessario per integrare una dieta “normale” che contiene circa 400 mg di calcio.

Per quanto riguarda la vitamina D, la dose giornaliera raccomandata è di 400-800 UI assunte in genere con uova, fegato, pesce.

Fonti:

  • Aogoi.it
  • American Heart Association, Heart.org
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