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Osteoporosi e densità minerale ossea nelle fratture vertebrali asintomatiche

Osteoporosi e densità minerale ossea nelle fratture vertebrali asintomatiche

La densità minerale ossea (BMD, bone mineral density) non sembra un parametro affidabile per l’individuazione di fratture asintomatiche vertebrali nelle donne in post menopausa.

Lo rivela uno studio dell’Università di Padova, pubblicato sulla rivista Bone, che ha analizzato i dati di oltre 1.000 donne. Le fratture vertebrali multiple, ricordano gli autori della pubblicazione, sono quelle più gravi, in quanto aumentano mortalità e morbidità e alterano l’autosufficienza delle pazienti. Nel corso della ricerca, 1.132 donne in post-menopausa, con un’età media di 64 anni, che non assumevano farmaci per l’osteoporosi, sono state monitorate con visite ambulatoriali.

La prevalenza complessiva delle fratture vertebrali sarebbe stata del 28,2% e la prevalenza per gruppo di età variava dal 15,5% nelle donne sotto i 60 anni al 44,1% nelle pazienti con 71 anni o più anziane. Quasi l’83% delle fratture non sarebbe stato diagnosticato prima. I risultati dell’indagine hanno mostrato che i valori di BMD nei pazienti, in base alla presenza di nessuna, una, due o più fratture vertebrali, non hanno rilevato differenze significative tra le BMD lombari, tra i diversi gruppi di età.

Lo studio ha anche evidenziato che la maggior parte delle pazienti sotto i 60 anni non si sottopone ai raggi X a livello spinale (come invece dovrebbe fare secondo le linee guida attuali italiane e dell’International Society of Clinical Densitometry.

Secondo la dott.ssa Caterina Trevisan, capofila dello studio, “il miglioramento delle attuali raccomandazioni per l’esame radiologico spinale potrebbe portare a un’identificazione precoce e una migliore gestione dei pazienti con fratture vertebrali, specialmente in gruppi più giovani di età”.

FONTE: QUOTIDIANO SANITÀ

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