X
GO

In menopausa la qualità del sonno peggiora

In menopausa la qualità del sonno peggiora

Quando la donna attraversa la fase menopausale avverte spesso disturbi del sonno che impattano sulla qualità del riposo. Parliamo di risvegli frequenti durante la notte, difficoltà nell’addormentarsi e di durata del sonno molto breve.

Questi disturbi sono stati ricondotti ai sintomi della menopausa.

In particolare, un recente studio pubblicato da PLoS One ha evidenziato che ancora non è chiaro come i sintomi della menopausa contribuiscano ai disturbi del sonno. Infatti, anche se il calo ormonale può essere responsabile di un cattivo riposo notturno, tale responsabilità va condivisa con altri fattori.

Lo studio, condotto dal Research Institute of Health di Chungbuk, in Corea del Sud, ha esaminato i dati di 634 donne di età compresa tra 44 e 56 anni, che hanno risposto ad un questionario di valutazione della qualità del sonno e delle vampate di calore e di altri sintomi fisici, sessuali e psicologici associati al periodo di transizione alla menopausa e alla post-menopausa.

La ricerca ha analizzato nel campione di donne anche altri fattori, quali la differenza d’età, l’indice di massa corporea, le eventuali malattie croniche, il fumo, il reddito, l’istruzione, il lavoro, l’attività fisica, la depressione e lo stress.

I risultati hanno mostrato che il 19% delle donne aveva una scarsa qualità del sonno e tra quelle che riportavano questo problema c’era una maggiore probabilità di soffrire di ipertensione e alti livelli di colesterolo e trigliceridi.

La qualità del sonno peggiorava quando le donne entravano in menopausa. E circa un 30% delle donne in post menopausa riferivano di un sonno disturbato.

Lo studio ha concluso che i disturbi del sonno sono correlati ai disturbi fisici e vasomotori della menopausa, come le vampate di calore e le sudorazioni notturne. Chi aveva sintomi più gravi aveva anche maggiore probabilità di avere un sonno peggiore.

In che modo la menopausa altera il sonno della donna. Approfondisci qui.

 

FONTE: Quotidiano Sanità

| Indietro